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Conversazione sul conflitto con Bruno Tognolini

In Uncategorized on 24 February 2015 at 8:25 AM

Giuseppina Marselli

The Italian word sfogarsi, meaning let off steam, it’s a word that incorporates another: sfogo, meaning vent. If you remove the S, it becomes fogo, fire. The conflict must be vented as anger. A conflict without anger is a cold, premeditated and artificial conflict. To let off steam you must use effective and sharp words. Find them among many is an important cognitive exercise because you put in place strategies. The conflict becomes gym of forecasting, techniques and surprises.

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La declinazione del conflitto può assumere molte sfumature: rabbia, vergogna, rancore, riconoscimento. In relazione alla tua esperienza, cosa pensi del conflitto?

Premetto che non sono un esperto di infanzia ma un adulto che racconta ai bambini storie.

Tra le storie che racconto ci sono anche i conflitti, la rabbia. Recentemente sono stato nominato esperto della rabbia grazie ad un libro che ho scritto RIME DI RABBIA* (nona edizione)

Il libro viene da lontano.

imgresIl titolo mi suonava bene “Rime di Rabbia”, la doppia R mi piaceva molto e mi richiamava le invettive dei latini e dei greci, studiate al liceo.

Mi piace l’articolazione verbale del conflitto. Le parole devono essere efficaci, bisogna limare più che si può, cercarle tra tante, perché in un conflitto si usano parole che feriscono, durante un corteggiamento se ne usano altre, in un racconto incantevole se ne usano altre ancora.

In ogni luogo e in ogni lingua ci sono parole affilate usate per ferire. Ad esempio gli abitanti di Nuoro hanno imprecazioni terribili:

Vai e che ti riportino in quattro – significa che sei morto.

Che ti seppelliscano a spese del Comune – significa che sei povero.

Che tu faccia l’andata del fumo – significa non lasciare traccia di sé.

Mi piacciono e mi colpiscono queste parole taglienti e artefatte, usate spesso all’interno di un conflitto, perché in qualche modo sono poesia.

La prima filastrocca del mio libro dice così:

 

Rabbia Rabbia

Fiato di sabbia

Sangue di gioco

Fiore di fuoco

Fiammeggia al sole

Consuma tutto

Lasciami il cuore

Pulito e asciutto

 

Cosa si fa quando si è arrabbiati? Bisogna sfogarsi.

Sfogarsi è una parola cha ingloba un’altra: Sfogo, se si toglie la esse diventa fogo che significa fuoco. Sfogarsi significa far fiammeggiare la rabbia.

La rabbia è una delle 5 emozioni fondamentali dell’uomo. Penso che essere arrabbiati non è

giusto o sbagliato, si è arrabbiati e basta.

Quando si è arrabbiati si può urlare, si può fare una corsa e, se capita, si può dare anche uno spintone. Io ricordo che, quando ero piccolino, ho preso tante botte ma non sono morto.

 

Quando parli di rabbia, credi che essa sia percepita come un modo per gestire i conflitti?

Si. Sicuramente la rabbia entra nei conflitti ma provo ad arrivarci al contrario.

Un conflitto senza rabbia è un conflitto gelido, è un conflitto premeditato, artificiale perché si mette in atto una strategia di urto e aggressione senza essere arrabbiati.

Io sono uno scrittore e parlo di una gestione verbale della rabbia. In alcuni incontri a cui ho partecipato ho sentito cose interessanti.

Mi ha colpito ascoltare che gli adulti intervengono nei conflitti esprimendo giudizi o accuse.

Spesso dicono: “Chi ha cominciato?” E istruiscono un processo, mentre i bambini, nella maggior parte dei casi, non sanno nemmeno chi ha cominciato.

Una mia filastrocca, comincia con un conflitto reale e poi diventa un’altra cosa, spiega meglio ciò che voglio dire.

 

E’ mio

No è mio

L’ho visto prima io

E io l’ho visto prima del tuo prima

E io prima di prima del tuo prima

E io l’ho visto che non esistevi ancora

E io è la prima cosa che ho visto

E io lo vedo ora

E io ti pesto

Facciamo a turno

No, facciamo a botte

Facciamo io di giorno e tu di notte

Facciamo io d’estate e tu d’inverno

Facciamo io nel cielo e tu all’inferno

Facciamo a chi fa prima

Facciamo a chi fa rima

Ce lo giochiamo a correre

Ce lo giochiamo a carte

Ce lo giochiamo al tiro della corda

Che cos’è che era mio?

Chi se lo ricorda

 

E’ chiaro che non si stanno più contendendo l’oggetto. Stanno ritualizzando su un piano diverso che è quello di vincere l’altro con la frase più astuta. Questo è un modo di far fiammeggiare la rabbia con le parole senza farla sfociare nelle botte.

Un’altra cosa che mi ha fatto riflettere è la gestione imbarazzata dei conflitti da parte degli adulti. I bambini se vengono lasciati soli sono in grado di accendere e risolvere un elevato numero di conflitti mentre giocano.

 

Quindi l’adulto è ad essere imbarazzato dal conflitto?

E’ straordinariamente contraddittorio che l’adulto, imbarazzato dal conflitto dei bambini è incline, ora più che mai, ai conflitti.

Noi adulti siamo litigiosissimi, urliamo per strada, siamo intolleranti, stizzosi, quasi sempre arrabbiati. C’è questa sproporzione tra la nostra litigiosità e la vista della litigiosità dei bambini che, a volte lo vivono come un gioco.

Anche se bisogna stare attenti a dire che tutto è un gioco perché se un gioco diventa brutto non fa stare bene.

Sono convinto che i bambini, anche ora che non sono mai lasciati soli, riescono a trovare degli spazi per risolvere i conflitti in modo orizzontale, confrontandosi, picchiandosi come personaggi di un gioco fatto in due. L’imbarazzo è solo nostro.

[Leggi l’intera conversazione, scaricando l’ebook di YM ]

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—-

Bruno Tognolini, nato a Cagliari nel 1951, ha studiato al DAMS di Bologna, dove ora vive (quando non è in viaggio per i mille incontri coi lettori). Dopo un decennio di teatro negli anni ’80, ora lavora a tempo pieno come scrittore “per bambini e per i loro grandi”. Due volte Premio Andersen (e finalista per il 2013), è autore di programmi TV (4 anni di “Albero Azzurro” e 13 di “Melevisione”) e di una trentina di libri di narrativa e poesia.
Altre notizie e testi su www.tognolini.com

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