Nunzia Marciante
Qualche anno fa feci un consulto a una coppia che manifestava l’apparente richiesta di risolvere i suoi problemi relazionali. I due riferivano di essere entrati in crisi dopo che avevano realizzato una fantasia sessuale. La moglie, soprattutto, lamentava di aver assecondato l’insistente richiesta del marito di avere rapporti sessuali a tre, con un dipendente dell’azienda del marito stesso. Questo desiderio, relegato inizialmente nella sfera dell’immaginario, si era trasformato in realtà, rappresentando per il marito la realizzazione di una fantasia, ma generando allo stesso tempo un esito dirompente nella dinamica della coppia. In seguito a questo “menagè a trois” l’uomo aveva notato dei cambiamenti nella moglie, che ammise di aver provato piacere nel corso di quel rapporto sessuale, in maniera più intensa rispetto a quando loro due facevano l’amore. La donna confessò anche di essersi infatuata di quell’uomo, generando nel marito non solo un sentimento di sconforto, ma anche un senso di inadeguatezza che sfociò in un vero e proprio disturbo erettile. Il percorso fu così focalizzato sul recupero degli aspetti positivi della loro relazione, ponendo l’attenzione sia sui sentimenti della moglie, che si rivelarono passeggeri, che sull’autostima del marito e sul recupero della potenza sessuale.
La riscoperta dell’intimità della coppia e l’utilizzo funzionale delle fantasie divennero strumenti centrali per condividere il piacere all’interno della coppia, piuttosto che all’esterno. Da sempre, però, il loro utilizzo è stato considerato ad appannaggio esclusivamente maschile, come se ricorrere all’immaginario erotico fosse qualcosa di “sporco” o eticamente disdicevole per una donna. Tabù sessuali e pregiudizi di genere hanno supportato l’idea che il ricorso alle fantasie sessuali fosse un’attitudine prettamente maschile, una specie di vizio inconfessabile al partner, una sorta di giardino segreto da non coltivare con il proprio compagno. Inoltre, l’educazione ricevuta o l’ambiente sociale in cui l’uomo e la donna si trovano a vivere possono rendere difficoltosa la capacità di esprimere i propri desideri più reconditi. Per la donna, ad esempio, lasciar spazio alla propria fantasia e all’immaginario sessuale può far riattivare antichi sensi di colpa legati all’esperienza sessuale, come la paura di essere giudicate negativamente dal proprio partner. Studi più recenti hanno invece evidenziato profonde differenze tra le fantasie maschili e femminili. Mentre queste ultime utilizzano una modalità che potremmo definire “situazionale”, cioè legate a luoghi o situazioni particolari (fare sesso in ascensore, per strada, nella vasca da bagno) per gli uomini le stesse fantasie sono finalizzate a prestazioni sessuali specifiche come il sesso orale, anale, o fatto in posizioni particolari. Tali fantasie, non necessariamente divengono agite all’interno della coppia. Al contrario, si è visto che esse risultano eccitanti unicamente nella fantasia, in quanto finirebbero con il perdere la propria capacità di generare il desiderio e quindi l’eccitazione.
Bibliografia
Willy Pasini, Umberto Galimberti, Claude Crèpault, L’immaginario sessuale, Raffaello Cortina, 1988
Lido Valdrè, Il linguaggio dell’eros. La parola come segnale erotico, Rusconi, 1991
Nancy Friday, ll mio giardino segreto. Le fantasie erotiche femminili,TEA, 1997
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