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Risolvere conflitti

In Uncategorized on 27 July 2016 at 5:11 PM

don't raise

Mattia Galati

Le situazioni di contrasto, siano esse diverbi tra automobilisti, liti coniugali, confronti accademici relativi a tematiche specifiche, costituiscono aspetti con i quali ci confrontiamo ogni giorno.

Il pensiero di Marcelo Dascal costituisce un importante strumento teorico che permette di destreggiarsi in quest’ambito; consente, infatti, di identificare il conflitto in cui si è coinvolti, in modo tale da conoscerne i limiti e sfruttarne i pregi.

Secondo il filosofo, i dibattiti possono essere classificati, in base ad obiettivo, azione caratteristica e conclusione, in tre tipi.

Il primo è la discussione, nella quale ognuno dei contendenti cerca di affermare la veridicità della propria tesi e la falsità di quella avversaria attraverso prove razionalmente rigorose che permettano di determinare una soluzione conclusiva.

Il secondo è la disputa, che si configura come una lotta verbale nella quale le parti mettono in campo ogni possibile stratagemma, al fine di ottenere la vittoria non della posizione supportata dalle migliori argomentazioni, ma di quella sostenuta da maggiore abilità retorica.

La controversia si pone in discontinuità rispetto ai tipi precedenti perchè non è caratterizzata dalla

prevalenza di una parte sulle altre, bensì dalla collaborazione dei soggetti coinvolti. Nei dibattiti che appartengono a quest’ultima classe si cerca d’individuare una conclusione in cui possano convergere  gli spunti derivanti dalle varie tesi e che sia capace di ottenere l’unanime consenso dei partecipanti.

Ciò garantisce ad essa flessibilità ed una natura razionale, ma non dogmatica.

È preferibile ricondurre a questa terza categoria, quando possibile, i dibattiti appartenenti alle prime due, riuscendo così a trasformare scontri di carattere “agonistico”, che possono terminare solo con la vittoria di una delle parti, nella comune ricerca di una conclusione che possa essere ritenuta soddisfacente da tutti i soggetti coinvolti. La controversia, rifiutando di configurarsi come “duello verbale” e di muoversi nell’ambito della sola contrapposizione dialettica tra tesi opposte e predefinite, assume come campo d’azione uno spazio più ampio, che si estende a posizioni e  discipline differenti rispetto a quelle di partenza, rivelandosi l’unico elemento della triade presentata  ad ammettere innovazione ed ad ammettere innovazione ed interdisciplinarità e farne i propri punti di forza.

Mattia Galati, studente di Filosofia presso l’Università del Salento, laureando in Etica della Comunicazione con una tesi sulla Teoria delle
Controversie. Partecipa alle attività del Lab in Applied Ethics and Interdisciplinarity presso il cPDM.

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