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Alimentare il desiderio?

In Uncategorized on 21 August 2015 at 9:10 AM

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Nunzia Marciante

È di poche ore fa la notizia che dal prossimo ottobre le donne americane potranno annoverare nel prontuario dei farmaci a loro riservati anche l’Addyi, nome commerciale della molecola nota come flibanserina. Questa sostanza regalerà la promessa di un aumento della libido e di rapporti sessuali  più frequenti e soddisfacenti. Già ribattezzata dai non addetti ai lavori come il Viagra rosa, in realtà si differenzia dal suo omonimo destinato agli uomini sia per il principio attivo che per le indicazioni terapeutiche. Questa molecola agisce a livello cerebrale, regolando il livello di due neurotrasmettitori, la dopamina e la noradrenalina, che attivano i meccanismi del piacere durante il rapporto sessuale. A differenza della pillola blu che, aumentando l’afflusso di sangue provoca l’erezione nell’uomo, dando luogo a un rapporto sessuale soddisfacente, questa nuova sostanza sembra indicata nei casi di Disturbo da Desiderio Ipoattivo, quando cioè la donna, pur riuscendo a provare l’orgasmo nel corso di un rapporto sessuale, non manifesta il desiderio di fare l’amore. La FDA ha approvato il medicinale destinandolo peró esclusivamente alle donne in cui il calo o la mancanza di libido causi stress o difficoltà interpersonali, e non sia il risultato di malattie o conseguenza dell’uso di altri farmaci. Questa molecola, però, non rappresenterà il Sacro Graal delle “separazioni di coppia procrastinate”, come invece spera l’opinione pubblica americana, che intravede in questa nuova opzione terapeutica la possibilità di salvare i matrimoni attraverso un incremento dei rapporti sessuali che deriverebbero semplicemente da un aumento della libido, indotta chimicamente. Sarebbe troppo semplicistico, infatti, pensare di ridurre lo stato di salute di una coppia al numero di attività sessuali nel corso della vita. Quale sarebbe infatti la norma a cui aspirare o il numero di rapporti da consumare al giorno, alla settimana, al mese o in un anno per sentirsi socialmente “buoni partner”? Il rischio di voler ridurre tutto a dei numeri ha in seno lo stesso rischio di chi si trincera dietro al potere assolutistico della parola, che può  assolvere ma allo stesso tempo condannare, inesorabilmente, ad un’etichetta di “anormalità “. Ed è per questo timore che la stessa Società produttrice della molecola ha scelto di non pubblicizzare nei primi 18 mesi di commercializzazione il farmaco, per il sospetto che ne venga fatto un uso improprio, interpretandolo come la bacchetta magica per la soluzione di problematiche di coppia ben più profonde e radicate, creando più problemi che benefici. D’altra parte, l’introduzione di questo farmaco rappresenta una vera e propria rivoluzione dopo quello della pillola contraccettiva, in quanto colma un gap socio-culturale che sembra privilegiare il sesso maschile come destinatario di soluzioni farmacologiche atte al miglioramento della prestazione sessuale. Ma, al di là di semplicistiche rivendicazioni di stampo pseudo-femministe, sicuramente questo farmaco potrà rappresentare una soluzione per chi non riesce più a provare il desiderio di avere un rapporto sessuale con il proprio partner, pur non soffrendo di altri disturbi. In questa prospettiva avrà senso una scelta terapeutica capace di lasciare lo spazio alla libertà del singolo individuo di scegliere in autonomia quale strada intraprendere, opzione che però si può esercitare solo con una corretta informazione, resistendo sia alle pressioni del marketing che alle sirene ideologiche di chi vuole a tutti i costi sostenere l’irrinunciabilità della ricerca di un orgasmo extra a tutti i costi.

Bibliografia

Carrol, J. 2015. The FDA blundered badly on the Addyi approval

Walton, A.G. 2015. Why libido drug Addyi is not the “Female Viagra”

Nunzia Marciante, sessuologa, ha collaborato con l’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, svolgendo numerosi interventi scolastici di prevenzione del disagio adolescenziale, di prevenzione dell’HIV. Ha collaborato con la Pfizer Italia nella realizzazione di corsi rivolti a medici di famiglia, finalizzati a sensibilizzare sul corretto uso del Viagra. Svolge attività clinica individuale sui principali disturbi sessuali e di coppia attraverso un approccio integrato. Insieme a Chiara Simonelli e Adele Fabrizi, è autrice del volume La sessualità femminile tra vecchi chichè e nuovi obblighi (Franco Angeli 1998).